Negli anni ottanta Madonna incarna una delle sue mille personalità, quella della material girl orientata al marketing e a una celebrazione disincantata e provocatoria del culto per il dio denaro. Un’icona sintetica, capace di metabolizzare di tutto: celebrazioni del divertimento ed approccio disinibito alla vita, ripetuti accenni di neomisticismo, svariate concessioni al sesso più o meno estremo (Italians do it better o Boy toy sono slogan che torneranno spesso nella sua iconografia ribelle di questi anni), gustose incursioni nella cultura gay, citazione di miti e suggestioni del passato.
Da popstar sopraffina concepisce ogni sua nuova uscita discografica come un progetto unitario e coerente delle sonorità al ritornello e ai testi, cura che si estende all’immagine, alla resa del video ed alle nuove tendenze che poi tutti gli adolescenti copieranno nel look quotidiano (“Immaginatevi me, sul palco, e davanti migliaia di ragazzine con addosso esattamente i miei stessi vestiti” ha dichiarato recentemente durante una conferenza stampa parlando dei primi anni di carriera). Schiava e ribelle, trasgressiva e conformista, materialistica e mistica, Madonna è l’esemplificazione della Material Girl assoluta, sempre di tendenza, sempre cool.
Eccessiva, con palpebre truccate in tonalità scure e cupe, bionda con una vistosa ricrescita, tra i suoi accessori troviamo ciondoli, mezziguanti, biancheria intima indossata su gonne e jeans cortissimi.
All’inizio della sua carriera nulla sembrava spaventarla ed incarna a pieno il mood anni Ottanta puntando (ma quanto consapevolmente non è dato saperlo) principalmente alle sopracciglia pettinate verso l’alto (oggi tanto di moda), “selvagge” (che in seguito renderà più sottili) ed i capelli voluminosi e gonfi. Un elemento ricorrente, da quegli anni fino ad oggi, nel suo make up è la linea grafica tracciata dall’eyeliner nero, che spesso abbina con le labbra abbellite da diverse tonalità di rossetto rosso, sempre intenso ed acceso.