“La moda passa, lo stile resta”. Questa citazione, ancora attualissima, è firmata da Coco Chanel ed è in perfetta sintonia con l’idea che ho dell’immagine della sposa. Trovo che, anche nel make-up, la sposa debba cercare di non seguire la moda del momento, ma dovrebbe piuttosto concentrarsi verso lo stile, il proprio stile. Uno stile fatto dalla sua personalità, dai suoi colori, dal suo modo di essere, dai suoi desideri, gli elementi fondamentali per poter esaltare la propria bellezza nel fatidico “giorno del sì”, come in una favola, attraverso l’abito bianco e la sua immagine più bella.
Credo che quello che si definisce in generale make-up sposa non esista o, meglio, credo che non esistano canoni o regole ben precise da seguire, soprattutto nella nostra epoca, in cui l’idea di trucco è così cambiata rispetto al passato ed è in continua evoluzione.
Già a partire dagli anni Novanta, ad esempio, il trucco ha fatto a meno di quel concetto assoluto di “perfezione” che lo caratterizzava, dando forza alla naturalezza, al c’è ma non si vede, al nude look, lasciando, se vogliamo, via libera al concetto di imperfezione: un’imperfezione che non vuol dire “eseguito nel modo sbagliato”, ma dove non è sempre necessario correggere, coprire, scolpire. Si vorranno, invece, linee più naturali e più morbide, più sincere, più autentiche rispetto ad artifici cosmetici che appesantiscono il viso, gli occhi e la bocca. Come molte celebrities, che hanno scelto di fare dei loro difetti un elemento caratterizzante della loro personalità artistica e immagine pubblica. La bellezza perfetta, insomma, non piace più, e i difetti ed il coraggio di mostrarli sono considerati simbolo di particolarità e di personalità ben definita.
Il make-up che ho realizzato in questi servizi è un omaggio agli anni Novanta, decennio da cui ho scelto una delle cifre più riconoscibili: un trucco naturale, apparentemente non costruito, trasparente.
Il primo make-up è, dunque, un trucco incolore proprio per l’assenza di tonalità vivaci e decise. Per il secondo trucco, invece, ho guardato allo star system del fashion, che proprio durante i 90 è esploso in maniera radicale: sono gli anni in cui nascono le top model (e Claudia Schiffer, Kate Moss, Naomi Campbell saranno regine immortali di bellezza), del culto del benessere e del “viver sano” attraverso la diffusione di beauty farm e l’uso di discipline orientali, come yoga e meditazione.
Anche il make-up cambia, seguendo questo diktat, influenzato soprattutto dall’arrivo di tendenze provenienti da ogni parte del paese e da ogni cultura. La bellezza, in questo modo, assume nuove, inaspettate sfumature, anche opposte ed estreme le une rispetto alle altre: si va da un look naturale acqua e sapone all’utilizzo di piercing e tatuaggi e, soprattutto nel trucco, scompaiono tutti gli eccessi dei precedenti anni Ottanta, fatti di mascara colorati e cotonature.
Il make-up smette di essere una “maschera” in senso teatrale e si avvicina a un look molto più semplice, a volte non completo, dove non si deve far notare troppo l’uso del cosmetico, e capace di donare un effetto naturale di benessere alla pelle. Il tentativo è quello di assecondare ogni caratteristica personale, senza omologazione. Rispettare la propria bellezza come la natura l’ha concepita, insegnando ad ogni donna ad amare ogni singola imperfezione e a valorizzare un particolare del proprio viso. Proprio come nel secondo make-up che ho realizzato, in cui ho voluto sottolineare gli occhi e renderli intensi e brillanti, misteriosi e profondi.
:: La sposa anni Novanta ::
Natural beauty-Cristal Blue
concept & make-up Rocco Ingria
foto Massimo Bestetti @ MKS – Milano
acconciature Stefano Conte per Officina dello Stile using Matrix
abiti Marina Mansanta
Make Up Step by Step
3ntini editore